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Falsi miti sulla plusdotazione: cosa è importante sapere

Claudia Nardini

Quando si parla di plusdotazione, emergono spesso convinzioni stereotipate che rischiano di oscurare la comprensione autentica di questi bambini e bambine. Alcuni luoghi comuni, seppur diffusi, non solo non corrispondono alla realtà, ma possono ostacolare il riconoscimento e il supporto adeguato. Esaminiamo alcuni dei più frequenti falsi miti e spieghiamo perché non sono adeguati.

“Tutti i bambini sono gifted”

Ogni bambino possiede dei punti di forza ma essere plusdotati vuol dire avere un complesso insieme di caratteristiche cognitive ed emotive. Tutto ciò dà vita ad esperienze e consapevolezza qualitativamente diverse dalla norma. Dire che tutti sono gifted equivale a negare le peculiarità di chi lo è realmente e a riduce l’attenzione verso i bisogni necessari di chi possiede questa neurodivergenza.

“Gli studenti gifted ottengono voti scolastici alti e riescono bene in tutto”

Un errore molto diffuso è associare la plusdotazione all’eccellenza scolastica. In realtà, molti bambini gifted non ottengono voti alti: possono annoiarsi, perdere motivazione o scontrarsi con metodi didattici non efficaci. Alcuni eccellono solo in aree specifiche, mostrando invece difficoltà in altre. Identificare la plusdotazione unicamente con il successo scolastico rischia di non farci vedere molte bambine e bambini gifted nelle nostre classi.

“Gli studenti gifted non hanno bisogno di aiuto da parte della scuola”

Il mito del “non hanno bisogno di nulla” è forse il più dannoso. I bambini plusdotati necessitano di interventi educativi mirati: arricchimento, accelerazione, spazi di creatività, metodologie inclusive. Ignorare questi bisogni può portare a frustrazione, calo dell’autostima e persino abbandono scolastico.

“Gli studenti gifted avranno successo nella vita”

Non esiste un legame automatico tra alto potenziale e successo personale o professionale. Molti adulti plusdotati raccontano di aver vissuto esperienze di incomprensione, isolamento o mancato riconoscimento. Senza un sostegno adeguato, le loro capacità possono non tradursi in realizzazioni concrete. Il successo dipende da molti fattori: opportunità, contesto, benessere emotivo, resilienza.

“Lo studente con DSA non può essere gifted”

Si tratta di un falso mito molto radicato. In realtà, esiste la cosiddetta “doppia eccezionalità”: un bambino può essere al contempo plusdotato e avere un disturbo specifico dell’apprendimento. Questi profili spesso passano inosservati, perché le difficoltà mascherano le abilità, o viceversa. Riconoscerli è essenziale per offrire strategie didattiche personalizzate che valorizzino punti di forza e compensino le fragilità.

“Le competenze dei bambini gifted sono il risultato di genitori zelanti”

La plusdotazione non è frutto di un addestramento precoce, né di genitori particolarmente esigenti. È una caratteristica innata, anche se l’ambiente familiare può favorirne o ostacolarne l’espressione. Attribuire tutto al contesto significa colpevolizzare i genitori e negare le basi neurobiologiche della plusdotazione.

“Tutti i bambini gifted hanno problemi emotivi”

La realtà è più sfumata: alcuni bambini plusdotati presentano ipersensibilità emotiva, ma non si può generalizzare. Ogni individuo è diverso e non tutti sviluppano difficoltà emotive. È vero però che, senza adeguato sostegno, possono sentirsi fraintesi o isolati, aumentando il rischio di disagio psicologico.

“I bambini gifted hanno problemi di socializzazione”

Un altro stereotipo è immaginare il bambino gifted come isolato e incapace di stringere amicizie. In realtà, molti stabiliscono legami profondi e significativi, se trovano pari con interessi simili o adulti capaci di comprenderli. Altri si inseriscono nel gruppo dei pari diventando leader. Le difficoltà possono nascere quando non incontrano contesti inclusivi.

“Il bambino gifted si vede subito, se non emerge vuol dire che non è plusdotato”

Non tutti i bambini gifted si distinguono a prima vista. Alcuni si mimetizzano per adattarsi, altri mascherano le loro capacità per non sentirsi diversi, altri ancora vengono scambiati per svogliati o problematici. L’identificazione richiede strumenti adeguati, osservazione attenta e conoscenza delle diverse manifestazioni della plusdotazione.

Conclusioni

Sfatare i falsi miti sulla plusdotazione è fondamentale per promuovere una cultura educativa più attenta e rispettosa che non crei disagio. I bambini gifted non sono “piccoli geni perfetti” né “problematici per definizione”: sono individui unici, con bisogni specifici e potenzialità che meritano di essere riconosciute e sostenute. Solo superando stereotipi e pregiudizi sarà possibile offrire loro l’ambiente di crescita di cui hanno realmente bisogno.

Approfondimenti

Per approfondire gli aspetti psicologici consigliamo la lettura del contributo della psicologa e psicoterapeuta Monica Pratelli:

Per comprendere il ruolo della scuola consulta le disposizioni legislative della Nota MIUR  3 aprile 2019 e il Disegno di legge 180/2025 che è stato approvato martedì 7 ottobre 2025:

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